Come sai, spesso, nel blog pubblico articoli tecnici per condividere con te le novità che ti possono aiutare a rendere visibile la tua profumeria (in modo efficace) sul web.

Oggi però desidero raccontarti una storia che ha dell’incredibile, la protagonista è una profumeria di Nicchia cliente di Extrait.

I titolari della profumeria sono marito e moglie.

Per il rispetto della loro privacy utilizzerò due nomi di fantasia: Fabrizio e Giusy.

Purtroppo Giusy e Fabrizio hanno subito un furto da 4.087 euro, ma la cosa ancora peggiore è che non c’è modo di recuperare quei soldi o denunciare il ladro.

Ti racconto come si sono svolti i fatti, il tutto è iniziato settimana scorsa con una telefonata…

Mi chiama Fabrizio e conversiamo su come, lui e sua moglie, possano migliorare la pagina Facebook del negozio, intercettando persone amanti dei profumi nella loro zona.

Gli spiego che, su Facebook, esiste un piccolo trucco nascosto per mostrare i contenuti della sua pagina a clienti nel raggio di 10 km.

Inoltre, Fabrizio ha notato su altre pagine un effetto simpatico che vorrebbe ottenere anche per la sua profumeria.

Non so se lo sai, ma recentemente Facebook ha introdotto la possibilità di mostrare, sotto ogni contenuto che pubblichi, il tuo catalogo prodotti estraendolo direttamente dall’e-commerce.

Per mostrarti in concreto cosa intendo ti metto (qui sotto) un esempio preso da un’altra profumeria — sempre iscritta al CLUB di Extrait.

facebook ecommerce

Sotto l’immagine puoi vedere la sezione “Prodotti mostrati”. Ho aiutato la profumeria a ottenere questo risultato, caricando i prodotti in automatico dall’e-commerce che abbiamo sviluppato direttamente noi di Extrait.

È una novità interessante che Facebook ha introdotto per creare una connessione maggiore tra attività sul social e acquisto sul negozio online. Ma questo è un approfondimento che magari tratterò in un altro articolo.

Tornando alla nostra storia…

Cerco di spiegare a Fabrizio come funziona tecnicamente il catalogo prodotti su Facebook e, trascinato dall’argomento, mi scappa una domanda:

Ehi Fabrizio, ma le vendite del tuo e-commerce come stanno andando?

Un attimo di silenzio, e poi…

La sua risposta è lapidaria.

Alessio è un anno che abbiamo l’e-commerce e non ho fatto ancora una vendita! E ti dirò di più sono arrabbiato con chi ci segue il sito, questa persona è sparita e non riesco nemmeno più a parlarci.

Fabrizio, davvero un anno e zero vendite? Non è possibile!

Purtroppo, nonostante il mio dispiacere, in cuor mio so che non è ne la prima volta, ne l’ultima volta che assisto a una scena del genere.

Il mio pensiero va subito, dritto come un fulmine, a un tipico caso del mio settore, dove gli imprenditori cadono nella trappola delle promesse di un amico, un parente o un consulente di città che li convince di poter curare il sito professionalmente, ma poi finisce sempre tutto in miseria.

Ho assistito personalmente a situazioni in cui alcuni profumieri hanno pensato di costruire l’e-commerce addirittura da soli, giusto perché se ne intendono un po’ di computer.

Ecco ti confesso che quando un imprenditore considera l’e-commerce come un qualcosa che “clicchi due pulsanti e per magia inizi a vendere online!“, anche se non è un colpa sua perché qualche pseudo-consulente lo ha consigliato male, un po’ — devo dire — se l’è anche andata a cercare (sottovalutando l’impegno che un negozio online richiede), e ora è normale che il suo contatore degli ordini sia fermo a quota zero.

Lo so bene come vanno le cose. Tu sei impegnato a curare la tua profumeria, mentre ci sono consulenti improvvisati che provano a venderti un servizio scadente (e che non risolverà i tuoi problemi) giusto per portarsi a casa qualche soldo — visto che probabilmente fanno fatica a mettere insieme il pranzo con la cena.

Il punto è che mentre agenzie web e pseudo-consulenti si occupano dei loro interessi, tu bruci i tuoi risparmi e resti con un pugno di mosche in mano.

Certo non posso salvare tutti, ma se con questo articolo posso aiutarti a proteggere i tuoi risparmi ne sarei davvero felice.

Nel caso di Giusy e Fabrizio, decido di non dare nulla per scontato e mi metto a investigare un po’.

Ecco che scatta un’ulteriore domanda:

Scusa Fabrizio, se posso chiedertelo, ma quanto avete speso per la realizzazione del negozio virtuale?

Guarda Alessio, Giusy ha scelto un’agenzia qui della zona, si fidava di averla vicino al negozio. Poi loro ci hanno fatto un buon prezzo 3.000 euro + iva.

Tra me e me penso — ok il prezzo sembra (e tra poco capirai perché uso questo verbo) onesto, non è una di quelle offerte imbarazzanti (e poco credibili) del tipo 500/1.000 euro, ma nemmeno una cifra difficile da sostenere per una profumeria come 10/15.000 euro.

A questo punto, il problema del negozio non è un investimento iniziale troppo basso (che solitamente porta a un servizio e-commerce scadente). Devo scoprire com mai, il negozio, non è riuscito a generare nemmeno una singola vendita in un anno intero.

Senti Fabrizio, dimmi un’altra cosa, ma quante visite fai di media al giorno?

Nonostante la sua voce sia solitamente pronta e decisa, questa volta, tentenna un po’ prima di rispondermi.

Non saprei dirti con precisione, mi hanno mandato via email un’immagine poco chiara del traffico fatto nell’ultimo anno. Credo di aver ricevuto 1.000 visite.

Ahi! 1.000 visite in un anno sono meno di 3 al giorno, praticamente l’e-commerce lo avete navigato tu, Giusy e il web designer, ti rendi conto?

Lo scenario inizia a farsi più chiaro e il web designer/consulente si rivela per chi è veramente: uno che prende i soldi con la promessa di aiutare il profumiere a vendere e poi, non riuscendo a mantenerla, scappa a gambe levate.

Scusa Fabrizio, ma Giusy che dice, non riuscite a riavere i soldi indietro o capire perché le cose non vanno?“.

La telefonata procede e Fabrizio mi dice che i soldi indietro non li chiederanno.

Loro sono persone perbene e pagano sempre puntualmente i lavori svolti — io mi sarei comportato diversamente (se mi truffi, non la passi liscia!) — ma capisco e ammiro davvero la loro integrità e pacatezza.

Chiacchierando ancora un po’ scopro, che oltre ad aver speso 3.000 euro (iva esclusa) Giusy e Fabrizio sono costretti a spendere anche 350 euro all’anno (sempre al netto dell’iva) per il mantenimento e la gestione del dominio (www.nomeprofumeria.it).

Mi congedo dalla telefonata con Fabrizio insieme alla promessa di risentirci nuovamente nei prossimi giorni, così da pensare a un piano per aiutarlo a uscire dalla brutta situazione in cui si ritrovano lui e sua moglie.

Ricapitoliamo insieme facendo due calcoli, ti va?

  • Costruzione del sito: 3.000 euro.
  • Mantenimento e gestione (chissà quale poi?!): 350 euro.
  • Il tutto più IVA (che è sempre un bel 22% qui in Italia).

Quindi: (3.000 + 350) * 1.22 (aggiungo l’iva) = 4.087 euro!

Giusy, e suo marito, hanno speso oltre 4.000 euro per avere niente in cambio, nemmeno visite al sito. Nulla di nulla. Zero.

Come se avessero bruciato i soldi al vento. O meglio, come se glieli avessero rubati dal portafoglio.

Comunque prima di esprimere una sentenza così pesante (come quella del furto), ho deciso di approfondire la questione e dare uno sguardo al loro sito web per capire, davvero, dove sta il problema.

Sto per entrare sulla scena del crimine, vieni con me?

La traccia che il ladro maldestro ha lasciato bene in vista e gli costa una condanna definitiva, senza possibilità di ricorso in Cassazione

Prepara il tuo kit scientifico perché, oggi, mi farai da assistente investigatore, aiutandomi a condurre le indagini sul luogo del delitto.

Ti informo subito che come i poliziotti di CSI indagano sulle scene del crimine, così anche noi analizzeremo questo e-commerce secondo una procedura scientifica ben precisa, allo scopo di individuare tutte le prove di colpevolezza e trovare finalmente una soluzione definitiva al problema del negozio che non vende.

Non ti preoccupare, sarà un’azione rapida e non impiegheremo molto tempo per ottenere una fotografia chiara della scena del crimine.

Ti rivelo che partiremo dall’analisi della scheda prodotto di un e-commerce.

Prima di iniziare la nostra esplorazione, devi sapere che la scheda prodotto è una delle pagine più importanti di un negozio virtuale.

Esistono diversi motivi per i quali questa pagina gioca un ruolo fondamentale nel portare il cliente verso l’acquisto, eccone alcuni:

  • È la prima che le persone vedono quando cliccano sugli annunci pubblicitari di Google o Facebook.
  • È l’ultima pagina che le persone vedono prima di passare alla cassa e completare l’acquisto.
  • È la pagina che ha più possibilità di posizionarsi organicamente su Google e farti trovare da migliaia di nuovi clienti.
  • È la pagina dove il potenziale cliente si informa sul prodotto, sulle condizioni offerte dall’e-commerce e decide se acquistare o meno.

Ora che abbiamo chiari i 4 punti chiave (ma ce ne sono altri), che dimostrano perché, seguendo il mio metodo scientifico, metteremo al primo posto l’analisi della scheda prodotto, possiamo procedere.

Ok, sei pronto? Dai iniziamo…

Indossiamo la tuta bianca protettiva, la mascherina, gli occhiali e imbracciando l’attrezzatura, entriamo sulla nostra scena del crimine.

Lo spettacolo che abbiamo di fronte è il peggiore che ci potessimo aspettare.

In vent’anni di carriera ne ho visti di scenari sconvolgenti, ma mai mi sarei aspettato che alcuni criminali (ancora nel 2017) potessero compiere certe nefandezze.

Mi dispiace condurti in una situazione così terribile, proprio alla tua prima analisi di una scena del crimine.

Ehi, guardiamo il lato positivo ti fai subito le ossa e puoi diventare un esperto di analisi e-commerce molto più velocemente dei tuoi concorrenti 😉“.

La scheda prodotto di questo e-commerce è conciata malissimo.

L’architettura degli elementi è quanto di più orribile, disfunzionale e inefficace tra quelle che ho visto negli ultimi anni (un’iniziazione davvero pesante anche per te).

Il modello di pagina più importante di tutto il negozio è inguardabile, confusionario e a un primo sguardo comprendiamo chiaramente il motivo per cui la profumeria ottenga zero vendite.

Vieni, prendi la torcia e aiutami a illuminare l’area delle immagini del prodotto, dobbiamo controllare una cosa importante…

Devi sapere che le immagini del profumo hanno il compito di attivare le emozioni del cliente.

Guardando le immagini, le persone iniziano a sognare di avere la fragranza tra le mani; è come quando in profumeria toccano la bottiglia e si fermano qualche attimo a pensare se comprarla o meno.

È il momento magico precedente all’acquisto, quel misto di indecisione e voglia inarrestabile di portarsi a casa un gioiello olfattivo.

Pensa un attimo se in profumeria tu dessi in mano al tuo cliente una bottiglia impolverata, mezza vuota e con il tappo sbeccato.

Non rovineresti l’emozione pre-acquisto di quella persona?

Probabilmente rischieresti di perdere irrimediabilmente la vendita.

Ecco, gli stessi principi valgono all’interno di un negozio virtuale.

La zona delle immagini che abbiamo di fronte è pietosa: le immagini sono piccole e a bassa risoluzione, non esiste la possibilità di fare uno zoom per vedere meglio la fragranze e se guardate da smartphone, le fotografie coprono addirittura il nome del prodotto.

Mi domando come un designer possa aver concepito una struttura così abominevole.

La zona nella quale ci dirigiamo ora è quella del pulsante “Aggiungi al Carrello”.

Qui devi sapere (e probabilmente lo intuisci benissimo anche da solo) che il pulsante di aggiunta al carrello deve essere l’elemento più visibile all’interno della pagina.

L’occhio delle persone dovrebbe cadere sempre, continuamente e senza possibilità di distrazione su quell’unico pulsante di azione.

Del resto l’obiettivo di un e-commerce è vendere profumi, o mi sbaglio?

Sulla nostra scena il pulsante “aggiungi al carrello” è nascosto, quasi non si vede; poggiato su un fondino grigio chiaro, è di color bianco circondato da un flebile bordino nero.

Il nostro amato bottone, nato per convertire le persone in clienti, è visibile quanto l’orizzonte in una giornata di nebbia!

L’assurdità continua quando troviamo più in evidenza pulsanti di secondaria importanza (se non addirittura inutili) come: “Twitta”, “Condividi su Pinterest”, “Pubblica su Facebook”, “Invia ad un amico” e “Stampa”.

Dai! Sul serio è più importante per un imprenditore che i prodotti del suo negozio siano condivisi su Twitter (che poi non lo fa manco nessuno) piuttosto che acquistati?

Per spiegare meglio il concetto permettimi di mostrarti la scheda prodotto del negozio online che vende di più al mondo: Amazon.

Nell’immagine qui sotto puoi notare come l’unico elemento colorato sia il tasto “Aggiungi al carrello”. È di un bel color giallo che spicca e attira lo sguardo.

Diciamocelo chiaramente, se lo fa Amazon ci possiamo fidare. Sei d’accordo?

scheda prodotto ecommerce

Ora esaminiamo la prova emersa dalla nostra prima ispezione: la scheda prodotto, che è la parte più importante del negozio, non solo non rispetta le regole basilari di un buon design, ma crea un danno alla profumeria facendo scappare a gambe levate qualsiasi potenziale cliente.

Se non è una prova di dolo questa, non so davvero cosa potrebbe esserlo.

Ma noi siamo investigatori scrupolosi e non ci fermiamo a un aspetto soltanto.

Diamo una rapida controllata anche ad altre aree del negozio.

Ehi, assistente! Non ti preoccupare abbiamo quasi completato la nostra indagine.

Ora, che grazie alla nostra lente d’ingrandimento speciale vediamo il pulsante “Aggiungi al carrello”, sforziamoci di proseguire con l’acquisto.

Cliccato il bottone, giungiamo sulla pagina della Cassa e anche qui ci rendiamo subito conto che qualcosa non va.

Le informazioni importanti sulla spedizione e i metodi di pagamento disponibili non sono presenti.

Ci viene richiesto di registrarci, ma non sappiamo assolutamente come potremo pagare e quando riceveremo il nostro pacco.

Beeeeeeeep! Fermi tutti.

Ammesso (e non concesso) che un cliente sia arrivato davvero fino al punto di comprare in questo negozio, non vedo il motivo per cui dovrebbe registrarsi a un sito che non risolve le sue preoccupazioni principali — “come e pago e quando ricevo la merce?” — e non garantisce in alcun modo che i soldi spesi non finiranno miseramente persi in qualche buco nero digitale.

Rilevate queste prove non ci serve nemmeno più addentrarci nell’analisi di ulteriori aspetti tecnici.

È chiaro come il sole che chi ha realizzato il negozio online della profumeria, è una persona incompetente e in malafede che ha pensato a prendersi i soldi, lanciando online un sito fatto in poche ore e a casaccio.

Messe le mani sul malloppo si è dileguato, senza il minimo scrupolo di aver lasciato Giusy e Fabrizio nei guai, con un e-commerce che non funziona e l’investimento volatilizzato per sempre.

Le prove raccolte insieme (a proposito grazie del tuo aiuto prode assistente!) sono inconfutabili.

L’accusa è inevitabile: il reato è doloso e il furto è volontario.

Diciamolo chiaramente: un’ecommerce per funzionare deve prima attrarre un pubblico mirato (ovvero interessato ai prodotti che vendi) e poi accompagnarlo all’acquisto, senza intoppi e regalandogli un’esperienza di shopping piacevole.

Nel caso di questa profumeria, l’agenzia che ha sviluppato il sito, non solo non è stata in grado di portare un traffico qualificato, ma quelle poche persone atterrate (per caso) sul sito, sono scappate alla velocità della luce dalle pagine peggio architettate nella storia degli e-commerce più brutti del mondo!

Adesso, mettendo da parte un attimo la nostra storiella di noi nei panni degli investigatori, voglio confessarti che sono sinceramente dispiaciuto per Giusy e Fabrizio, perché sono due profumieri appassionati e sono caduti nella rete di un truffatore.

Non mi sento di addossare a loro la responsabilità della scelta di un “consulente” malandrino, i profumieri sono occupati tutto il giorno in negozio a vendere profumi, obiettivamente non hanno gli strumenti per fare una scansione preventiva dei consulenti che hanno di fronte.

Se un consulente web ti promette determinati risultati e poi non li mantiene sei stato tradito, punto.

Per fortuna quando conosci la minaccia, puoi anche mettere in campo strategie difensive efficaci, al fine di prevenire pesanti scottature.

Ecco come difendersi dalle truffe messe in piedi da pseudo-consulenti o smanettoni del computer, evitando così di cadere nella trappola-brucia-soldi di un sito e-commerce che non vende, e arreca un danno sia alla tua immagine sia alle casse della tua profumeria.

Come assumere una guardia armata fino ai denti che proteggerà — a costo della sua stessa vita — la tua profumeria dai ladri, truffatori e malintenzionati

Adesso che conosci i rischi a cui vai incontro se ti affidi a un incompetente/truffatore, provo a illustrarti quali sono gli elementi che ti fanno capire immediatamente, se chi hai davanti è un professionista (in grado di aiutarti a vendere davvero) oppure un ciarlatano.

Immagina di piazzare un energumeno (armato fino ai denti) fuori dall’ingresso della tua profumeria che sottopone i nuovi consulenti web, che si affacciano alla tua porta, a un interrogatorio degno dei migliori torturatori della CIA.

Mettiamola così: se rispondono correttamente alle domande entrano, altrimenti è meglio che si allontanino alla velocità della luce, la tua profumeria è off-limits per loro.

L’ingresso agli incompetenti/truffatori è vietato!“.

Ci vorrebbe un bel cartello così, vero? (altro che impedire l’accesso ai cani.)

Le 4 domande chiave (+1 stratagemma infallibile) per un “interrogatorio scaccia truffatori” da porre al nuovo freelance/agenzia/smanettone-del-computer che vuole venderti un e-commerce

Ti presento ora una lista di 4 domande a cui devi ottenere una risposta chiara.

Se riesci a carpire queste informazioni parlando a voce con la persona è decisamente meglio.

Ti sconsiglio di mandarle via email, perché daresti il tempo a chi hai dall’altra parte di prepararsi, magari cercando di intortarti con paroloni tecnici.

Un buon consulente dovrebbe sempre avere risposte pronte alle domande che leggerai ora.

Ricorda: se non conosce la risposta a queste domande significa che non sa fare bene il suo lavoro.

Immagino tu sia curioso a questo e quindi non indugiamo oltre: vediamo subito il nostro test anti-truffa.

Domanda numero 1: Una volta realizzato l’e-commerce quando mi posso aspettare le prime vendite?

Se, tra le 4 domande che vedremo, dovessi per forza sceglierne solo una da portare con me; beh non avrei dubbi, sicuramente sarebbe questa.

Non a caso l’ho messa al primo posto.

È una domanda aperta e un consulente web competente, qui ti può aprire un mondo di informazioni, mostrandoti subito le verità sulla vendita online.

Solo da questo interrogativo un consulente web valido può iniziare a spiegarti come funziona (realmente) il commercio elettronico e illustrarti con precisione quali dovrebbero essere (in concreto) le tue aspettative nel breve e medio periodo.

Se ricevi una risposta troppo vaga, sappi che non ci siamo.

Segui con molta attenzione (e se puoi segnati su un foglio di carta) le informazioni che ti vengono fornite dalla persona che hai di fronte, in un secondo momento potrai valutare con calma (e a mente fredda) se il consulente è alla tua altezza oppure no.

La risposta corretta (e concisa) dovrebbe essere: “se non fai promozione, MAI!”

Eh sì, non basta aprire un negozio online per iniziare a vendere. No e ancora no. Non funziona così.

L’apertura dell’e-commerce è il primo passo, ma se non inizi a farlo conoscere non esiste alcuna possibilità che tu inizi a vendere.

Potrà sembrarti banale o scontata come risposta, ma ti assicuro che a Giusy e Fabrizio, il ladro aveva promesso che avrebbe costruito un e-commerce per aiutarli a vendere di più, anche senza fare promozione.

Da solo un negozio virtuale non fa nulla, e non ti aiuta proprio per niente.

Devi conoscere, fin da subito, la verità e pensare di mettere da parte un ulteriore budget per la successiva attività di promozione, al fine di attrarre un pubblico qualificato sulle tue pagine e iniziare a vendere immediatamente.

Domanda numero 2: Nel sito mi metti le parole chiave per essere nei primi posti su Google?

Ti avviso che con questa domanda ti farai passare (volutamente) da ignorante. Questo è un piccolo tranello che tendi al consulente web.

Se stai al gioco, qui lo puoi smascherare immediatamente.

Vediamo subito che la risposta corretta dovrebbe essere: “il sito sarà costruito per un’ottima resa sui motori di ricerca, ma oggi non è più sufficiente che tutti i codici e parole chiave siano al loro posto, per arrivare in cima ai risultati di Google.”

Se, invece, la sua risposta è “Sì, certo!” hai di fronte una persona che non sa bene come funzionano gli algoritmi di Google e sta solo cercando di venderti qualcosa, il più velocemente possibile, senza metterti al corrente di come funziona il posizionamento sui motori di ricerca.

Ci penso io, ecco quello che devi sapere…

Per essere nei primi posti su Google sono diverse le caratteristiche che un sito deve possedere.

Per comodità dividiamole in 2 gruppi: elementi interni al sito, elementi esterni al sito.

Gli elementi interni al sito comprendono sia aspetti tecnici (fondamentali ma che non ti racconto per non annoiarti con paroloni da esperti), sia aspetti legati al contenuto.

Presta attenzione a quest’ultimi.

Gli aspetti o elementi legati al contenuto sono sostanzialmente i testi originali al 100% (e non copiati da altri siti/fonti) presenti sulle pagine del negozio.

Se non hai testi originali, titoli scritti correttamente, informazioni del prodotto complete e comunicazioni esaustive sul funzionamento del tuo negozio, ho una brutta notizia per te: non piacerai molto a Google.

Come ti ho detto, però, i fattori interni al sito non sono gli unici da tenere in considerazione.

La seconda parte dell’operazione “in prima pagina su Google” richiede che un lavoro di pubbliche relazioni con altri siti affini al tuo.

Mi spiego meglio…

Un fattore, ancora oggi, determinante per posizionarsi su Google è la popolarità che il tuo sito ha sulla rete.

La popolarità viene espressa con il numero (e soprattutto la qualità) dei link che ricevi da altri siti.

Se stringi collaborazioni con siti autorevoli legati al mondo del profumo (come Extrait.it) oppure che si occupano del tuo territorio (giornali locali, aziende partner, enti comunali e così via) puoi ottenere dei link importanti verso il tuo e-commerce.

Google interpreterà questi collegamenti come un segnale di autorevolezza del tuo sito e cercherà di portarti in alto nei risultati di ricerca.

Mi rendo conto che ci vorrebbe un intero libro o una consulenza per spiegarti tutti gli aspetti del posizionamento, ma qui nel blog davvero non è possibile.

Il tuo obiettivo, anche ora che conosci per sommi capi come funziona il posizionamento su Google, rimane comunque di valutare la risposta di chi ti si sta proponendo come esperto web.

Se la risposta che ricevi non è articolata, ma piuttosto ti sembra un contentino per farti stare tranquillo, allora sai cosa fare. (Accompagna il consulente incompetente alla porta senza se e senza ma.)

Inoltre è bene che tu sappia che il posizionamento su Google è solo uno delle fondamenta sulle quali si deve reggere il tuo e-commerce.

Molti pseudo-consulenti ti vendono questo risultato (anche quando non sono in grado di fartelo raggiungere), come se fosse la soluzione definitiva ai tuoi problemi.

Inutile dire che le cose sono un po’ più complesse.

Domanda numero 3: Mi consigli di fare pubblicità su Facebook per iniziare a vendere? Cosa dici apro anche un profilo su Twitter?

Adesso, qui ci divertiamo.

Se hai letto il mio articolo precedente dal titolo: “Ma per far conoscere le meraviglie della tua profumeria a centinaia di persone, che ancora non ti conoscono, è meglio Google o Facebook?” saprai che i clienti prima di acquistare un qualsiasi prodotto attraversano un processo decisionale.

Se intercetti i tuoi potenziali clienti su Facebook, lo stai facendo in un momento in cu sono ancora molto lontani dall’idea di comprare un profumo.

Quando hai tempo ti consiglio la lettura di quell’articolo perché contiene diverse informazioni preziose.

Tornando al nostro interrogatorio, la risposta corretta dovrebbe essere: “Facebook non è il canale migliore da cui iniziare per fare promozione, è molto difficile vendere partendo da Facebook, io le consiglio di cominciare con Google Shopping che è uno strumento pubblicitario studiato ad hoc per gli e-commerce.”

Naturalmente, aprire la Pagina Facebook della tua profumeria è un’ottima strategia per farti conoscere, ma qui ricordati che stiamo parlando nello specifico di aumentare le vendite del negozio virtuale, stiamo attenti a non confondere le cose.

Anche in questo caso se la risposta è “Sì, sì la gente oggi sta tutta su Facebook!” ti suggerisco di far scattare l’allarme rosso, liberare i cani, attivare le torrette di guardia e far alzare i tacchi al ladro.

E su Twitter non diciamo nulla?

La domanda aggiuntiva su Twitter è una perla di rara bellezza.

Diciamocelo senza paura che qualche social media manager si indispettisca, Twitter a te non serve a nulla!

Per una profumeria che intende vendere i suoi prodotti online, Twitter è una perdita di tempo colossale che non porterà nessun risultato nemmeno nel lungo periodo.

Se per caso la persona che hai davanti dovesse, in qualunque modo, avallare la “tua idea” di aprire un profilo su Twitter congedalo con un bel “grazie e arrivederci” senza perdere un secondo di più.

Piccolo suggerimento extra: nel caso tu abbia installato una botola segreta sotto il pavimento (come Jabba the Hutt in Guerre Stellari), è il momento di schiacciare il pulsante e far precipitare il truffatore nella tana del Rancor.

Scherzi a parte, procediamo verso l’ultima e fondamentale domanda.

Domanda numero 4: Se decido di fare promozione vi occuperete di tutto voi?

Quella che può sembrare una domanda semplice e innocente, nasconde un ultimo trabocchetto.

La risposta ovvia che potresti aspettarti è un “Sì, non si preoccupi, poi facciamo pubblicità noi!” e forse pensi che sia quella corretta; in fondo non c’è nulla di male a delegare la pubblicità a un consulente che “gentilmente” si occuperà, al posto tuo, di promuovere il tuo negozio.

Beeeeeeeep! Doppio Beeeeeeeep!! TRIPLO BEEEEEEEEP!!!

Attenzione: non delegare mai le attività fondamentali, come la promozione, a chiunque altro se non ne hai prima il pieno controllo e consapevolezza.

Permettimi di chiarire il concetto.

Prima devi conoscere per filo e per segno quali sono i canali pubblicitari più redditizi per te, e devi provarlo sulla tua pelle.

Solo dopo che hai fatto esperienza in prima persona di cosa funziona e cosa no, puoi pensare di delegare (a una terza persona) e controllare che il tutto sia gestito nella maniera corretta.

Devi sempre tenere a mente che il pseudo-consulente/truffatore-ladro ha a cuore i suoi interessi non i tuoi, se lo lasci fare inevitabilmente ti fregherà.

Quindi la risposta corretta dovrebbe essere: “Io vi offrirò consulenza, supporto e operatività per consentirvi di utilizzare gli strumenti di promozione online con professionalità e senza buttare via soldi in campagne inutili, ma da parte vostra è richiesta una partecipazione e uno scambio di opinioni, al fine di capire come migliorare le strategie di vendita per il negozio.”

Ti mostro un esempio tipico per rendere ancora più cristallina la differenza tra un professionista e un malintenzionato.

Là fuori ci sono consulenti che provano a farsi dare una cifra mensile “tutto compreso”. Ovvero si fanno pagare 5-6-700 euro al mese per farti pubblicità.

Il problema che non ti dicono mai, quanti di questi soldi vengono destinati realmente a Google o Facebook e quanti, invece, finiscono nelle loro tasche.

Un atteggiamento del genere è molto grave.

Nel momento in cui decidi di fare promozione online (e abbiamo visto che non puoi non farla se desideri vendere) devi avere accesso ai costi effettivi delle tue campagne: cosa paghi per il consulente e cosa paghi di pubblicità effettiva.

Questi dati, uniti alla spesa media del tuo cliente nel suo ciclo di vita con te, ti consentono di controllare i costi e fare profitto nel medio periodo.

Desidero essere ancora più chiaro se possibile su questo punto, perché lo ritengo fondamentale.

Inizia a fidarti solo di chi ti propone fatture di consulenza separate dai costi pubblicitari. Le fatture a Google e Facebook devi pagarle direttamente tu e non qualcun altro!

In linea generale ogni aspetto del tuo negozio online dovrebbe essere sotto il tuo pieno controllo e per ottenerlo esiste una soluzione che puoi sfruttare oggi stesso.

Ecco 1 stratagemma bonus e infallibile per imprigionare i ladri, ancora prima che mettano le mani nelle tue casse

Ho tenuto come ultimo consiglio della giornata, una vera pepita d’oro per te.

Molti pseudo-consulenti cercano di raggirare i profumieri, sfruttando la normale mancanza di conoscenze approfondite che quest’ultimi hanno del web e di come ci si promuove online.

Tu hai una profumeria da mandare avanti e sei impegnato nel vendere profumi, selezionare i marchi migliori per i tuoi clienti e gestire le attività del negozio; è ovvio che non hai il tempo materiale per riuscire a stare dietro a ogni singola novità o tecnicismo inventati dai cervelloni di Google e Facebook ogni giorno.

I malintenzionati fanno leva proprio su questa tua debolezza.

La loro strategia è di rincuorarti sul fatto che: penseranno a tutto loro, non ti dovrai occupare di nulla e sei in una botte di ferro.

Eh no, amico mio. Scusa se te lo dico, ma nessuno di noi è in una botte di ferro quando si tratta di fare promozione online.

Nessuno ti può garantire che pagando una piccola cifra mensile, realizzerai grandi guadagni grazie al tuo e-commerce.

Questa è una fantasia e non dovresti farti ingannare dalle bugie di certi individui.

So bene che sarebbe stupendo pagare 4/500 euro al mese a un consulente e veder tornare indietro vendite automatiche da 20.000 euro mensili.

Non puoi ottenere un risultato del genere, se non sei tu il primo ad occuparsi del tuo e-commerce.

Potrai raggiungere certi fatturati solo se sarai tu ad avere il pieno controllo del tuo negozio online e avrai la costanza di seguire questa nuova attività negli anni a venire.

Naturalmente avrai bisogno al tuo fianco di un consulente onesto e competente in grado di consigliarti su come spendere al meglio i tuoi soldi e avere un ritorno sull’investimento.

Ecco il primo stratagemma che puoi applicare per avere sempre il timone saldo fra le tue mani.

Apri il tuo account Google!

Devi sapere che per vendere online, avrai bisogno di utilizzare i servizi di Google.

Parlando di Google, il mio suggerimento è di avere un tuo unico account aziendale, magari nomeprofumeria@gmail.com, dal quale gestirai tutti i servizi necessari alla tua azienda: Google Analytics, Google AdWords, Google Search Console e Google Business.

Hai visto quanti sono? Un bel po’.

Ti immagini, ora, come può essere facile per un ladro mettere davanti ai tuoi occhi tanto fumo e nel frattempo sgattaiolare verso la tua cassaforte?

Se avrai il tuo account Google e quindi la proprietà di tutti i servizi legati alla tua profumeria, allora (e solo allora) sarai in grado di verificare sia l’operato del tuo consulente in tempo reale, sia di sganciarti in qualsiasi momento nel caso gli affari non vadano per il verso giusto.

Mi ripeto ancora, perché ritengo questo aspetto fondamentale: prendi il controllo dei TUOI SERVIZI GOOGLE, attraverso il TUO ACCOUNT GOOGLE!

Di tutto quello che ho scritto oggi, questo è il consiglio più prezioso che dovresti portarti via subito.

In conclusione e cosa puoi fare ora (un’offerta inaspettata e straordinaria ti aspetta)…

Siamo arrivati alla fine e mi fa piacere (dopo questa lunga faticata), riepilogare insieme tutto quello che abbiamo visto ed evidenziare cosa ti porti a casa oggi da questo articolo:

  1. La storia di Giusy e Fabrizio ci insegna che un ladro, mascherato da web designer, può rubarti i soldi, purtroppo in maniera del tutto legale, emettendoti anche fattura.
  2. Se non ti proteggi dai malintenzionati, applicando l’interrogatorio che ti ho suggerito, corri dei grossi rischi e probabilmente potresti finire con l’aver buttato denaro dalla finestra.
  3. Devi sempre avere sotto controllo tutti i servizi che ti consentono di vendere bene, come Google Analytics e Google AdWords, così da non farti prendere in giro dalle bugie delle agenzie ed essere in grado di verificare con precisione quali investimenti stanno portando frutti e quali invece no.
  4. Affidati solo ed esclusivamente a consulenti preparati, che conoscono bene il tuo settore e che lasciano spazio, a te come imprenditore nella creazione della tua strategia di marketing, seguendoti, guidandoti e avendo sempre cura dei tuoi interessi, standoti accanto nell’utilizzo di tutti gli strumenti in grado di farti guadagnare nei prossimi anni.

Credo di averti detto veramente tutto.

Come saprai le profumerie di Nicchia che lavorano insieme a Extrait — il Magazine del Profumo — possono contare sul nostro aiuto e supporto quotidianamente.

Se non fai parte del CLUB di Extrait puoi fare richiesta d’ingresso visitando l’indirizzo http://www.extrait.it/club, altrimenti lascia un commento sotto questo articolo e cercherò di aiutarti (al massimo delle mie possibilità) per evitare che tu cada nella rete di certi truffatori.

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Mi hai dimostrato di essere interessato ad avere un’ecommerce che funziona davvero e mi piace lavorare con imprenditori che sanno quello che vogliono e sono pronti a lavorare bene e con dedizione sul loro punto vendita.

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Anche per oggi ti saluto e, naturalmente, ti ringrazio per aver letto questo che più che un articolo è una guida definitiva anti-taccheggio.

Spero di cuore di esserti stato veramente utile, ancora una volta.

A presto (e buone vendite anche online), Alessio